Io e Beethoven
Io e Beethoven
Titolo originale: Copying Beethoven
Nazione: USA, Germania, Ungheria
Anno: 2006
Genere:
Drammatico/storico/romantico
Tempo: 104'
Regista: Agnieszka Holland
Cast: Ed Harris, Diane Kruger, Matthew Goode, Ralph Riach, Joe Anderson,
Bill Stewart
Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione: Nexo
Data di uscita nelle sale: 15 giugno 2007
Trama
img class="media-object pull-left img-responsive" src="https://www.settemuse.it/cinema/foto_cinema/io_e_beethoven_2.jpg" width="283" height="368" alt="Ed Harris in "Io e Beethoven"" Il film racconta in modo romanzato gli ultimi tre anni di vita di Ludwig Von Beethoven, ormai cinquantaquatrenne, malato, sordo e con un pessimo carattere.
Anna Holts, personaggio mai esistito ed impersonato dalla dolce Diane Kruger, è una copista cui viene affidato il difficile lavoro di copiare in tempi brevissimi e nella disastrata abitazione, piuttosto bhoèmiene di Beethoven, gli spartiti della parte finale della Nona Sinfonia.
La collaborazione e l'intesa fra due persone tanto diverse, non è dei più facili, ma tra i due si instaura, a poco a poco, una sintonia e un'affinità elettiva che porterà entrambi ad una nuova consapevolezza di sé.
Commento
Dopo aver visto il film ho letto le opinioni di altri in Internet ed ho trovato pareri diametralmente opposti in rapporto alle aspettative di ognuno.
Chi si aspettava un film storico-biografico è rimasto deluso dalla realizzazione romanzata della storia, delle coloriture forse eccessive del personaggio Beethoven e scandalizzato da questa figura femminile, Anna, completamente inventata.

Chi si aspettava un film che parlasse delle musica del grande
compositore, ha trovato pane per i suoi denti ed è stato felice di
godersi ben dieci minuti del concerto della Nona realizzato in modo
egregio, completato da perfetti costumi dell'epoca, ambientazione e fotografia eccellenti.
Questo film perciò va preso per quello che è, un piccolo spiraglio sul
modo di intendere la musica di un grande, che la interpretava, come voce
di Dio le armonie che sentiva dentro di se e che trasformava in musica per tutti.
Effettivamente Beethoven amava scherzare molto con pesanti paragoni tra lui e Dio, trattando Dio alla pari.
Altri elementi interessanti del film sono le spiegazioni che Beethoven
da sulla sua ultima Fuga e i sugli ultimi quartetti per archi, non
compresi dagli uomini del suo tempo, ma rivolte ad epoche future perché
scritti con nuovi canoni.
Poi, che la regista inserisca una inesistente figura femminile alla quale Beethoven "dice" i suoi pensieri per farceli conoscere, secondo me è secondario, se quei pensieri sono "storici".
Pertanto la pellicola della Holland risulta un complesso affresco storico/musicale, non perfetto, certo, ma illuminante e godibile.
Da vedere.
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